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Sistema di sedute Maui, Vico Magistretti, 1995-1996

 
 Schizzo prospettico e dettagli della versione sedia con braccioli.

Schizzo prospettico e dettagli della versione sedia con braccioli.

 
 
 
Le sedute della serie Maui sono frutto di un'operazione di re-design che Magistretti compie sulle iconiche seggiole in legno multistrato curvato disegnate da Arne Jacobsen, riprendendo il cammino della rivisitazione di pezzi storici del design internazionale attraverso le possibilità offerte dal progresso tecnologico. In questo modo viene ulteriormente affinata la riflessione che già aveva portato alla rilettura della sedia 811 di Marcel Breuer per la Thonet (1925), trasformata nella sedia in alluminio Silver (1989).
L'attenzione del progettista si concentra, nel caso di Maui, sulle potenzialità della plastica, che sostituisce il materiale naturale dell'esempio danese attraverso una monoscocca in polipropilene, capace di sfruttare – come già avvenuto per la lampada Chimera (1966) o per la sedia Selene (1969) – il concetto di "resistenza per forma", derivato dalle esperienze e dagli studi condotti da Magistretti in campo architettonico. È infatti la doppia curvatura tra schienale e sedile che consente di realizzare un pezzo unico di forte spessore ma privo di elementi irrigidenti quali le nervature, retto da un'esile struttura in acciaio cromato.
Prodotta per iniezione in uno stampo, la scocca diventa il dettaglio tecnico e al contempo l'archetipo formale che connotano l'intero oggetto di design e il suo iter progettuale. Essa può inoltre essere facilmente realizzata in grande serie, senza per questo precludere la realizzazione di numerose varianti sia nella forma (sedia, panca o divanetto, con o senza braccioli), sia nel colore che spazia dal bianco al fucsia, passando attraverso il grigio, l'antracite, il giallo, due tonalità di verde, fino all'arancio e al porpora.

Alle linee avvolgenti dell'intera seduta, chiaramente riconducibili al mondo di Jacobsen e della progettazione organica, fanno da contrasto il taglio netto dei bordi della scocca e la rigidità delle gambe in metallo.

(Azienda produttrice: Kartell)

 
Archivio del progetto
Fondazione "Vico Magistretti", Milano
: sono conservati  34 schizzi, 6 dime ritagliate, 3 stampe fotografiche, 21 diapositive e redazionali vari (per le riviste «Domus» e «Gap»).
 

Bibliografia
F. Irace e V. Pasca, Vico Magistretti architetto e designer, Milano, Electa, 1999, p. 159.
M. T. Feraboli, Vico Magistretti, Milano, Il Sole 24 Ore, 2011.
P. Proverbio, Vico Magistretti, Milano, Hachette, 2011, pp. 38-39.