Roma,
1902 - Roma, 2000
Talento deciso per l'architettura,
vocazione all'insegnamento,
predisposizione naturale verso i
temi urbanistici, ma soprattutto
invincibile coinvolgimento nei
programmi, nell'urgenza di
risolvere i problemi: la vicenda di
Cesare Valle è calamitata tra
queste diverse opzioni.
Laureatosi con lode nel 1924 in
Architettura civile al R. Istituto
superiore di Ingegneria di Roma,
Valle inizia immediatamente la
carriera universitaria come
assistente di
Gustavo
Giovannoni, che di
quella facoltà era personalità di
spicco.
Contemporaneamente decolla il suo
lavoro professionale, all'interno
degli uffici tecnici del
Governatorato.
Dal 1926 lavora alla V Ripartizione
diretta da Ghino Venturi,
collaborando allo studio per la
soluzione di molti dei punti
nevralgici dei lavori per Roma
Capitale, in particolare quelli del
sistema intorno al nodo di piazza
Venezia.
Queste esperienze, che coniugano
insieme lo studio storico, la
conoscenza della città di Roma, la
professione appoggiata sulle
concrete nozioni di cultura tecnica
e soprattutto l'abitudine di Valle
a frequentare i luoghi chiave del
dibattito architettonico, lo
conducono, nel 1926, a una doppia
uscita sui due corni estremi dei
propri interessi: la sistemazione
del sepolcro degli Scipioni e
l'adesione alla fondazione del Gur,
Gruppo degli urbanisti romani.
Ormai padrone dei nuovi codici
della modernità, opportunamente
personalizzati, Valle realizza una
compatta serie di opere di grande
qualità: la nuova Casa stadio per
l'Opera nazionale Balilla di Forlì
(1932-1935), la Casa Balilla di
Forlimpopoli (1933), il progetto
per uno stadio per 120.000 persone
con Pier Luigi Nervi (1933), il
concorso per l'Auditorium con
Ignazio Guidi e Pier Luigi Nervi
(1935), il Liceo "Giulio Cesare" di
Roma (1935-1937), La Casa Balilla
di Predappio (1936-1937),
l'Ospedale coloniale italiano
"Giuseppe Garibaldi" a Tunisi
(1935-1939).
All'inizio degli anni Trenta si
apre un altro capitolo al quale
Valle - forte dell'esperienza fatta
con il Gruppo urbanisti romani -
darà un contributo assai
importante: le "città di nuova
fondazione", che in quegli anni si
costruiscono nelle zone di
bonifica. Valle si inserisce nella
seconda fase delle città di nuova
fondazione, saltando il momento
d'avanguardia e rispondendo invece
all'istanza di caratterizzare il
lavoro della plebe rurale, dei
minatori, dei coloni delle
cosiddette "Terre d'Oltremare" nel
segno della stretta relazione col
territorio, al limite della
dissoluzione, e della dimensione
autarchica.
L'architettura di Cesare Valle ha
descritto una parabola completa
negli anni Trenta. L'urbanistica è
invece la disciplina dell'avvenire.
Ad
essa Cesare Valle dedica tutto il
tempo che gli resta:
nell'insegnamento e nelle
istituzioni. Il suo lavoro nel
Consiglio superiore del Ministero dei
lavori pubblici è infaticabile; ma
qui abilità nelle pubbliche
relazioni, sensibilità politica
democratica, esperienza tecnica,
conoscenze e relazioni
internazionali, capacità di dirigere,
di individuare i nuovi modi di
crescita della città sono strumenti
indispensabili. La sua attività si
svolge in modo impegnativo anche in
altri enti nazionali e
internazionali: Coni, Anas, Mec, Onu
(cfr. A. Muntoni, Cesare Valle:
architettura, urbanistica,
istituzioni in P. Ciorra, A.
d'Onofrio, L. Molinari, Studio
Valle 1957-2007 Cinquant'anni di
architettura, Milano, Skira,
2007, pp. 17-29).
Bibliografia
A. Muntoni,
Cesare Valle:
architettura, urbanistica,
istituzioni, in P. Ciorra, A.
d'Onofrio, L. Molinari,
Studio
Valle 1957-2007 Cinquant'anni di
architettura, Milano,
Skira, 2007.
Tesi di laurea in Storia
dell'architettura contemporanea
(relatore Prof. Arch. C. Severati):
L'Unità Architettura Urbanistica
in Italia(1916-1962) e l'opera di
Cesare Valle, Università degli
studi di Roma La Sapienza, a.a.
1992-1993.
F.
Capolei, Cesare
Valle. Decano 1990, Roma,
Kappa, 1990.