Piacenza, Liceo "Melchiorre Gioia", Mario Bacciocchi, 1933-1937
Autore: Mario
Bacciocchi
L'architetto iniziò a
lavorare al progetto del
Liceo-Ginnasio “M. Gioia” di Piacenza
nel 1933. Dover operare nella propria
città fu sicuramente motivo di
orgoglio ma anche di preoccupazione
perché il Bacciocchi sapeva di
doversi misurare con l'incombente
presenza di Palazzo Fanese situato
proprio davanti all'area che gli era
stata affidata. Il problema quindi
era di tipo dimensionale. Il nuovo
edificio doveva essere in grado di
reggere un confronto spaziale,
figurale e architettonico con la
potenza classica della mole del
Vignola.
L'organismo architettonico che fu
concepito e realizzato è racchiuso in
un blocco che può apparire rigido
nella sua stereometria rigorosa.
Infatti l'area dell’edificio è
racchiusa intenzionalmente in un “
insula” urbana piacentina quale
richiamo all'origine romana della
città. La facciata verso Palazzo
Farnese ha una potente zoccolatura
inferiore in pietra grigia
segnata da rigorose linee
chiaroscurali mentre la parte
superiore è realizzata con un
rivestimento in cotto scandita da
partiture di finestre contornate da
forti riquadrature in travertino
chiaro. Sui fianchi della facciata
due ordini giganti di pilastri che
coinvolgono due terzi dell’altezza
fin sotto il cornicione dando all’e
dificio un notevole effetto
chiaroscurale e costituiscono il
raccordo con le parti laterali dove
le facciate proseguono con rigore
assoluto. Un ulteriore elemento di
novità è la scelta di eliminare
completamente i cornicioni aggettanti
in cui si legge un chiaro riferimento
razionalista che emerge anche da
altri elementi quali piccole feritoie
decorative di facciata destinate ad
alleggerire la lastra di cotto su cui
insistono.
Elemento spaziale straordinario è
l'invaso interno dell'edificio che
nella zona dell'atrio d'ingresso
dimostra la capacità di Bacciocchi ad
aprirsi a forme ormai nelle linee
dell'architettura
razionalista. Nello spazio
interno è inserita una scala a
pianta circolare interrotta da
morbidi scatti angolari in
corrispondenza dei pianerottoli. Sia
dal punto di vista costruttivo che
funzionale la costruzione era di
assoluta modernità. L'uso di grandi
finestrature nella parte interna del
complesso, di lucernari nelle
coperture e tagli verticali sui vani
scala crea una particolare
leggerezza.
La progettazione si rivolge anche
agli spazi arredati interni ed ecco
nascere una serie di mobili specifici
alle funzioni didattiche.
L'opera, terminata nel 1937,
rappresentò anche per lui un momento
di cambiamento e ripensamento del
linguaggio architettonico di
reinterpretazione classica che fino a
quel momento aveva perseguito con
moderna sensibilità.
Archivio del progetto
Archivio di Stato di
Piacenza, Collezione Mappe e stampe e
disegni (secc. XVI-XX), Mario
Baciocchi: contiene 28
disegni.
Bibliografia
Paolo Dallanoce, Il Liceo "Melchiorre Gioia" dell'architetto Mario Bacciocchi, in Il Gioia: una storia urbana, Piacenza, 2014, pp. 37-49.