Trieste, Palazzo Stabile, Max Fabiani, 1906
Autore: Max Fabiani
Palazzo Stabile, situato tra gli
splendidi palazzi ottocenteschi che
adornano le Rive triestine, è
facilmente individuabile per le sue
forme pur rimanendo in perfetta
armonia con le architetture
circostanti.
La parte bassa
dell'edificio è
caratterizzata da un caldo bugnato in
pietra di Massegno, che si dispiega
fino al secondo piano, ed è
intervallata dal davanzale continuo
in pietra del Carso. La torretta,
risultato di una rielaborazione del
progetto originale che prevedeva al
suo posto una grande vetrata, fu
voluta dal committente
Ernesto de Stabile
sul modello dell'Erker tedesco, per
consentire di godere ad ampio raggio
della splendida vista sul golfo
cittadino.
Il bugnato sostiene
le lesene al rustico, mentre sulle
lesene estreme è demarcato il livello
dei pavimenti dei singoli piani. Nel
secondo e nel terzo piano le
campiture
soprastanti le finestre sono decorate
a stucco con un motivo che un tempo
si estendeva anche alla torretta;
tale decorazione venne purtroppo
distrutta dai
bombardamenti della
Seconda guerra mondiale e nessuna
maestranza fu in grado di
ripristinarla sulla parete curva. Il
tetto si proietta
all'esterno mentre il terrazzo posto
su di esso è circondato da un muro di
mattoni della stessa tipologia
impiegata nel vano scala.
Gli scarichi piovani fungono anche da
elementi decorativi, come i motivi in
ferro battuto e il grande stemma in
pietra del Carso dei
de Stabile, all'angolo dell'edificio.
I rapporti fra i diversi elementi
architettonici denotano la cura con
cui vennero concepiti, cosa che vale
anche per gli interni; per aumentare
la luminosità degli ambienti,
infatti, Fabiani arrotonda
sensibilmente gli spigoli vivi dei
corridoi conseguendo una maggiore
abitabilità degli spazi.
Infine arreda personalmente
l'appartamento dei
committenti e lo decora con vetri
colorati, stufe in maiolica e
rivestimenti in legno su muri e
soffitti.
Bibliografia
M.
Pozzetto, Max
Fabiani,
Trieste, MGS Press, 1998, pp.
195-196.