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Roma, Restauro e ripristino delle zone verdi del Mausoleo di Augusto, Antonio Muñoz, 1932-1938

 
 Progetto sistemazione del Mausoleo di Augusto a Roma, planimetria della zona di isolamento del rudere.

Progetto sistemazione del Mausoleo di Augusto a Roma, planimetria della zona di isolamento del rudere.

 
 
Autore: Antonio Muñoz
 
Tra il 1926 e il 1930 prendono avvio le prime indagini archeologiche del Mausoleo di Augusto a cura di Giulio Quirino Giglioli e Antonio Maria Colini. Il 22 ottobre del 1934 Mussolini dà inizio ai lavori di isolamento del monumento. Il regime aveva previsto una vasta opera di riassetto di aree monumentali ed archeologiche della città inserite nel Piano regolatore del 1931. Muñoz ebbe l'incarico dal Governatorato di Roma di occuparsi della sistemazione del rudere e di predisporre un progetto. Inizialmente, sulla base della ricostruzione proposta da Giglioli, egli pensò di ripristinare il tumulo di terra con gli alberi poggiato sul muro circolare esterno.
Ma la osservazione diretta del monumento, dopo essere stato liberato dalle sovrastrutture dell'Auditorium, confermò il precario stato di conservazione delle murature antiche e impose maggiore cautela nella redazione del progetto definitivo. A questa fase risalgono gli scavi a cura di Guglielmo Gatti (1936-1938) e anche due disegni di Muñoz in cui ipotizza di lasciare il rudere nello stato in cui si presentava dopo i lavori di sbancamento, senza la ricostruzione del cono arboreo. 
Il progetto definitivo risarciva le murature diroccate senza ricostruzioni arbitrarie; l'anello inferiore veniva raccordato a quello superiore da una scarpata su cui si piantarono cipressi, ripristinando le zone verdi esistenti in origine secondo fonti antiche.
Il monumento si rapporta con il vuoto della piazza e con gli edifici porticati che la circondano, proiettandosi in una dimensione atemporale, metafisica. Le linee informatrici dell'intervento erano state fornite indirettamente dallo stesso Mussolini che in un discorso del 1925 affermava che «i monumenti millenari della nostra storia devono giganteggiare nella necessaria solitudine». Si trattava quindi di adottare il metodo del diradamento urbano, sostenuto da Gustavo Giovannoni, liberando i monumenti antichi dalle sovrapposizioni di epoche diverse. Era una risposta adeguata alle esigenze scenografiche, celebrative del regime; l'alto contenuto simbolico del monumento, in quanto sacrario del fondatore dell'Impero romano, Augusto, veniva inoltre strettamente correlato alla adiacente Ara Pacis che, in quegli stessi anni, veniva restaurata e collocata tra la piazza e il lungotevere.
 

Archivio del progetto
Archivio "Antonio Muñoz" (1884-1960), Sovraintendenza capitolina, Museo di Roma. Contiene 8 disegni a china con diverse ipotesi di sistemazione del rudere,varie ipotesi di sistemazione della piazza e degli edifici che si affacciano su di essa, due progetti della zona di raccordo tra l'edifico ed il piano stradale.
Carte "Giulio Quirino Giglioli" (1907-1957), Sovraintendenza capitolina, Museo di Roma. Comune e Governatorato di Roma, corrispondenza [1920 ?]- 1929, A. Muñoz a G. Q. Giglioli, Roma, 1928/06/09.

Bibliografia
A. Muñoz, La sistemazione del Mausoleo di Augusto, Roma, Istituto romano Arti Grafiche, 1938.
A. Cederna, Mussolini urbanista: lo sventramento di Roma negli anni del consenso, Roma-Bari, Laterza,1981.
G. Morganti, L'impiego del materiale vegetale nel restauro dei monumenti antichi, in La memoria, il tempo,la storia nel giardino italiano fra '800 e '900, a cura di V. Cazzato, Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1999, pp.409-430.
C. Bellanca, Antonio Muñoz. La politica di tutela dei monumenti di Roma durante il Governatorato, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2003, pp.199-206.
F. Betti, Il Mausoleo di Augusto. Metamorfosi di un monumento, in Mausoleo di Augusto. Demolizioni e scavi. Fotografie 1928/1941, a cura di F. Betti, A. M. D'Amelio, R. Leone, A. Margiotta, Milano, Electa, 2011, pp.20-39.

 

 
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