Questa sezione mette in evidenza il ruolo centrale che riveste la documentazione progettuale, costituita da disegni, foto, plastici, documenti (relazioni, corrispondenza con i committenti, ecc.) per la ricostruzione dell'attività dei progettisti. Tale sezione è correlata alla sezione protagonisti - all'interno della quale ogni scheda biografica è corredata dell'elenco cronologico dei principali progetti - e alla galleria multimediale, che raccoglie le immagini presenti in tutto il portale. continua
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Città del Vaticano, Aula delle udienze pontificie, Pier Luigi Nervi, 1963-1971
Autore: Pier Luigi Nervi Il progetto è stato commissionato da Papa Paolo VI ed è stato realizzato dalla Società Ingg. Nervi & Bartoli. L'aula ha una pianta trapezoidale con una capienza di circa 6.300 posti a sedere, al netto dei corridoi di passaggio. Il progetto prevede la possibilità di eliminare posti a sedere, trasformando queste zone in settori con posti in piedi; la capienza dell'aula aumenta progressivamente fino a raggiungere un valore di circa 12.000 persone. -
Regione del Khumbu (Nepal), Monastero di Tengpoche, Valerio Sestini ed Enzo Somigli, 1974-1978
Autori: Valerio Sestini ed Enzo Somigli. I rilievi del tempio di Tengpoche, nei pressi dell'Everest, furono effettuati durante la spedizioni nel Khumbu del 1974 e del 1978, dedicata all'architettura sherpa. Obiettivo fondamentale delle ricerche era di documentare tramite il rilievo grafico e fotografico le tradizioni architettoniche della regione, con particolare attenzione alle ricorrenze tipologiche e alle tecniche costruttive. -
Valle del Khumbu (Nepal), Architettura sherpa. Ideogrammi interpretativi tracciati su mandala, Valerio Sestini ed Enzo Somigli, 1976
Autori: Valerio Sestini ed Enzo Somigli. I rilievi di questi elementi fanno parte della terza e quarta spedizione nazionale di Sestini nel Lohtse nel 1975. Dedicata alle architetture religiosa e ai chorten, struttura simile derivata dallo stupa a imitazione dalla tomba cupoliforme del Buddha. L'esperienza delle spedizioni effettuate nella regione himalayana convince Sestini della necessità di registrare quegli elementi che caratterizzano ulteriormente lo spazio architettonico e che individuano in modo più specifico le usanze locali di ciascun sito.