COSENZA, Luigi
Napoli, 1905 - Napoli, 1984
Nato
da una famiglia di ingegneri
fortemente radicata nella cultura
della Napoli ottocentesca, nel 1928
Luigi Cosenza si laurea in Ponti e
strade presso la Facoltà di
Ingegneria dell'Università degli
studi di Napoli. La sua cultura
appare già chiaramente definita sin
dagli esordi della lunga attività
professionale (1929-1984).
L'interdipendenza tra progettazione
architettonica e progettazione
urbanistica, l'adesione
costruttivamente critica al
razionalismo, la semplificazione
delle forme - volutamente ridotte
all'essenzialità della dimensione
quotidiana -, l'assenza di qualunque
concessione all'effimero collocano la
sua opera nel solco di una ricerca
progettuale di respiro europeo,
fortemente ancorata ai luoghi del suo
esplicarsi.
Nella prima opera di Luigi Cosenza
(progetto per il Mercato ittico di
Napoli, 1929-1930) l'intervento
edilizio è già strettamente connesso
al riassetto complessivo del
territorio circostante: è in questa
sede che la via Marina assume il
ruolo di asse di collegamento
Est-Ovest che il progetto urbanistico
firmato dallo stesso Cosenza quasi
vent'anni dopo le riconoscerà in via
definitiva.
Negli anni Trenta si avvia la
collaborazione di Luigi Cosenza con
le riviste «Casabella» e «Domus» e si
stabilisce il sodalizio professionale
con l'architetto viennese Bernard
Rudofsky. Risalgono a questo periodo
la realizzazione sulla collina di
Posillipo di Villa Oro e Villa
Savarese, espressione del connubio
fra tradizione architettonica
mediterranea e poetica razionalista,
e la partecipazione ai concorsi
nazionali per la costruzione a Roma
dell'Auditorium e del Palazzo
littorio, che costituiscono la prima
importante esperienza del progettista
nel campo dell'architettura
collettiva. Durante la Seconda guerra
mondiale Luigi Cosenza viene inviato
a Roma come interprete dello Stato
maggiore; collabora con la rivista
«Comando», sulla quale pubblica uno
studio urbanistico sulle "città
militari".
Nel 1942-1943 elabora uno studio del
Piano regionale della Campania; si
iscrive al Partito comunista
italiano.
Nell'immediato dopoguerra (1945-1948)
si dedica prevalentemente ai progetti
di ricostruzione e rinascita delle
aree danneggiate dal conflitto;
risalgono a questa fase il Piano
regolatore di Napoli, il piano di
ricostruzione della via Marittima, il
piano particolareggiato per
Fuorigrotta e Bagnoli, il piano di
ricostruzione di Torre Annunziata.
Nello stesso periodo fonda presso la
Facoltà di Ingegneria di Napoli il
Centro studi per l'edilizia (Cesun);
progetta il quartiere sperimentale a
Posillipo e, utilizzando innovative
tecniche di prefabbricazione, avvia
la costruzione delle prime sedici
palazzine; realizza i primi nuclei
abitativi di edilizia popolare a
Poggioreale, Capodichino, Barra,
rione Luzzatti, via Consalvo, San
Giovanni a Teduccio e viale
Augusto.
Nel decennio 1948-1958 insegna
Composizione architettonica e
progetti edili presso la facoltà di
Ingegneria di Napoli;
contemporaneamente, dai banchi
dell'opposizione, conduce nel
Consiglio comunale un'aspra battaglia
contro il "sacco di Napoli", operato
dalle amministrazioni di destra con
la connivenza di autorevoli forze
professionali e politiche. Sono gli
anni in cui Luigi Cosenza – sorretto
dalla fiducia illuministica nella
possibilità di risolvere i conflitti
secondo ragione e da un'assoluta
intransigenza morale e politica – si
batte con straordinaria energia per
affermare la sua visione sociale
della pianificazione territoriale:
«Pianificare significa superare
l'individualismo, significa risolvere
l'antitesi fra individuo e
collettività», si legge
nell'intervento preparato per un
ciclo di conferenze promosso dal
Gabinetto Viesseux di Firenze nel
biennio 1953-1954. Nello stesso
periodo progetta e realizza la
fabbrica Olivetti a Pozzuoli e la
facoltà di Ingegneria a Napoli e
partecipa ai congressi dei partigiani
per la pace di Wroclaw, Parigi ed
Helsinki. Nel 1958, in polemica con
il mondo accademico, rinuncia
all'insegnamento universitario.
Dal 1959 al 1965 Luigi Cosenza si
dedica prevalentemente alla
pianificazione, intesa come unica
possibilità di sviluppo razionale del
territorio ed efficace strumento di
crescita sociale; progetta i piani
intercomunali di Torre Annunziata,
Ercolano, Campi Flegrei e Aversa;
approfondisce lo studio di una
tipologia urbanistica e abitativa
adeguata ai nuovi processi
produttivi. Nel 1965 avvia il
progetto di ampliamento della
Galleria nazionale di arte moderna di
Roma, completato nel 1974 e
realizzato nel 1988.
Sono anni di forte impegno, ma anche
di grandi delusioni: dissentendo
dalle richieste provenienti
dall'amministrazione statale e dagli
enti locali, si dimette da
progettista del Piano regionale
campano e del Piano regolatore di
Napoli. È la seconda grave rinuncia
(dopo quella all'insegnamento) alla
quale Luigi Cosenza è indotto per
tutelare la propria libertà di
pensiero. L'indubbia capacità di
intrattenere buoni rapporti con gli
altri – basata anche sulla fiducia in
se stesso e nelle proprie idee – non
lo sottrae al progressivo isolamento
nel quale si vede costretto un uomo
rigoroso e intransigente, un
rivoluzionario rispettoso delle
regole: «Noi teniamo all'angolo
retto. È una delle poche cose che
distinguono l'uomo dalla
bestia».
Bibliografia
Per maggiori dettagli si
rinvia alla sezione "Bibliografia"
del sito www.luigicosenza.it.