TAMI, Rino
Lisora (Svizzera), 7 agosto 1908 - Lugano, 15 marzo 1994
Arturo Tami, detto Rino, nasce il 7
agosto 1908 a Lisora, piccolo borgo
del comune di Monteggio nel Cantone
Ticino, da Giuseppe, direttore
dell'Hôtel Americana di Lugano, e
Giacinta Bordonzotti. Compiuti gli
studi liceali a Lugano, nel 1927 si
iscrive alla Regia scuola superiore
di architettura a Roma, che abbandona
dopo due anni per problemi di salute.
Comincia quindi a lavorare a Lugano,
nell'avviato studio professionale
dello zio Giuseppe Bordonzotti,
insieme al fratello Carlo, più
vecchio di dieci anni e diplomato
alla Scuola di architettura
dell'Accademia Clementina di Bologna.
Nel 1932, dopo la morte di
Bordonzotti, Carlo Tami prosegue
l'attività professionale dello zio
nello studio luganese in Salita dei
Frati, affiancando al lavoro di
architetto gli impegni di membro
della Commissione cantonale di stima
e di direttore della società
Supercinema (che gestisce, tra
l'altro, l'omonimo cinematografo
situato nel complesso dei palazzi
Gargantini a Lugano).
Dopo avere messo in discussione
l'"insegnamento romano,
piacentiniano, pseudoclassico", nel
1934 Rino Tami riprende gli studi
universitari al Politecnico di
Zurigo, dove nel semestre estivo è
allievo di Otto Rudolf Salvisberg,
chiamato ad assumere la cattedra che
è stata di Karl Moser. In quello
stesso anno si associa al fratello
Carlo, dando luogo a un sodalizio
professionale che si protrarrà sino
al 1953, anno in cui Rino e Carlo
decidono di lavorare autonomamente.
Nei primi anni di attività dello
studio, che coincidono con un periodo
di crisi generalizzata dell'economia
del Cantone, Carlo Tami è
maggiormente impegnato nella
promozione dell'attività
professionale e nelle relazioni con i
committenti, spesso già legati allo
zio o vicini alla famiglia. A Rino
sono invece più congeniali la
progettazione e il cantiere. In quel
periodo lo studio prende parte in più
occasioni, e con esito favorevole, ai
concorsi di architettura promossi nel
Cantone Ticino: nel 1934 viene loro
attribuito il primo premio nel
concorso per la realizzazione
dell'Asilo dei ciechi a Lugano.
Questo primo incarico dà maggiore
visibilità al lavoro dei fratelli
Tami, recando un forte impulso
all'attività dello studio. Tra il
1936 e il 1939 Rino e Carlo
progettano e realizzano la chiesa del
Sacro Cuore di Bellinzona, mentre nel
1939 rappresentano il Cantone Ticino
all'Esposizione nazionale di Zurigo
con il progetto di un Grotto
ticinese. Tuttavia è grazie alla
vittoria del concorso per la nuova
Biblioteca cantonale di Lugano
(1937), portata a compimento nel
1941, che Rino Tami guadagna un posto
di primo piano tra gli architetti
svizzeri più vicini alla moderna
cultura architettonica europea.
L'insegnamento di Salvisberg è
determinante per la "conversione al
Movimento moderno" di Rino Tami: è il
maestro a portare "aria nuova,
fresca", come ricorda lo stesso
architetto, ed è l'esperienza
maturata a Zurigo a convincerlo ad
abbandonare, poco alla volta, il
regionalismo che contraddistingue
alcune tra le sue prime opere per
avvicinarsi a un linguaggio più
vicino alla modernità. La nuova
biblioteca, pubblicata da Giuseppe
Pagano sulle pagine di "Casabella",
segna l'avvio di una feconda e
longeva carriera professionale,
durante la quale Rino Tami riesce a
esplorare temi progettuali assai
diversi, opere pubbliche o commesse
private, passando senza alcuna
preclusione di scala dalle fabbriche
alle case popolari, dai palazzi per
uffici ai complessi residenziali (tra
cui la casa Torre a Cassarate,
1953-1958), dai progetti di
pianificazione territoriale alle
chiese e agli ospedali. Nel 1945 è
invitato a fare parte del gruppo
ticinese della Federazione degli
architetti svizzeri, dove gli è
affidato il compito di curare i
rapporti con la rivista "Werk". Negli
anni Cinquanta, il periodo più
intenso della sua carriera
professionale, realizza in contesti
paesistici di grande fascino alcune
ville, non prive di contaminazioni
con l'architettura organica. Nel 1957
gli viene affidata la cattedra di
Architettura al Politecnico di
Zurigo, che tuttavia abbandona nel
1961 per ritornare all'attività
professionale in Ticino.
Risale ai primi anni Sessanta
l'incontro con Franco Zorzi,
consigliere di Stato e direttore del
Dipartimento delle pubbliche
costruzioni, che frutta a Tami il
prestigioso incarico di consulente
estetico per le opere autostradali
nel Canton Ticino. Per quasi
vent'anni, tra il 1963 e il 1984,
l'architetto indirizza l'esecuzione
delle infrastrutture (muri di
sostegno, portali di ingresso alle
gallerie, aree di sosta e di
rifornimento) situate tra il San
Gottardo e il confine italiano,
operando con notevole sensibilità e
profondo rispetto per il paesaggio.
Quale membro della Commissione
federale dei monumenti storici, è
attento ai temi del restauro dei
monumenti, pur preferendo non
cimentarsi direttamente in interventi
di questo tipo. Personaggio schivo -
tanto da sentirsi "appena legittimato
a parlare di architettura" - si
definisce un "bravo artigiano
ticinese". Le sue opere si
contradddistinguono, come egli stesso
afferma, da un'"orgogliosa modestia".
In veste di progettista, l'architetto
molto raramente valica i confini del
Cantone Ticino.
Rino Tami muore a Lugano il 15 marzo
del 1994.
Bibliografia
La
N2 Chiasso-Lamone, a cura di G.
Locarnini, [Bellinzona], Edito dal
Consiglio di Stato del Cantone
Ticino, 1968.
Rino
Tami : 50 anni di architettura,
a cura di T. Carloni, Bellinzona,
Edizione Casagrande,
1984.
K.
Frampton - R. Bergossi, Rino
Tami. Opera completa, Mendrisio,
Mendrisio Academy Press,
2008.