Bologna, Quartiere Ina-casa e Incis di via Cavedone, Marcello Vittorini, 1955-1964
Plastico del Quartiere INA-Casa e INCIS di via Cavedone a Bologna, progettato da Marcello Vittorini con la collaborazione di Federico Gorio, 1955-1964
Autore: Marcello
Vittorini
Capogruppo: Federico
Gorio
Progettazione urbanistica:
L. Benevolo, V. Calzolari, S.
Danielli, M. Vittorini
Progettazione edilizia:
L. Benevolo, V. Calzolari, S.
Danielli, A. Esposito, M.
Vittorini
Direzione lavori: M.
Carini
Stazione appaltante:
Consorzio emiliano-romagnolo
per Cooperative di produzione e
lavoro
Il progetto del quartiere fu
preceduto dallo studio del Piano
particolareggiato dell'intera zona,
condotto dagli stessi autori.
L'insediamento previsto fu una
sperimentazione perché si cercò di
dare all'edificio una dimensione
urbana propria, e perché furono
condotti esperimenti di produttività
edilizia estendendo l'elaborazione
del progetto all'unificazione degli
elementi e degli impianti, nonché
allo studio dei tempi e modi di
costruzione.
Le linee di impostazione che
sottesero alla progettazione del
complesso furono: lo studio della
continuità della struttura
organizzativa della casa al
quartiere, la definizione del
carattere urbano del quartiere
attraverso la sua continuità
edilizia, il controllo del suolo non
edificato e la sua precisa
destinazione, l'articolazione dei
servizi connessa con lo schema di
piano particolareggiato per l'intera
zona.
L'insediamento prevedeva varie unità
residenziali a corte, per 7.500
abitanti, da realizzare in varie fasi
e diversi servizi come la chiesa, le
scuole, il mercato coperto e i
negozi, il centro sociale. Il
progetto fu realizzato solo in parte:
non venne realizzato nessun servizio
e fu realizzato solo il primo lotto
di residenze. Le unità residenziali
erano “corti attrezzate” formate da
quattro fabbricati lineari a tre
piani con gli angoli aperti, e
caratterizzate dalla presenza di
funzioni speciali ad uso collettivo e
spazi esterni accuratamente
progettati.
L'impostazione tecnico-economica del
progetto derivava dall'esigenza di
migliorare, su un piano metodologico
e operativo, lo studio globale del
progetto e della realizzazione, allo
scopo di ottenere economie sui costi
di costruzione e di poter migliorare
quindi la caratteristiche degli
alloggi. Da ciò derivò: la
semplificazione del tipo edilizio,
variato attraverso la combinazione di
diversi tipi di laterizio a faccia
vista per le varie colonne di
appartamenti; l'impostazione modulare
della planimetria dei fabbricati per
ottenere l'unificare gli elementi
costruttivi (muri portanti,
fondazioni, solai, opere in ferro,
infissi esterni in alluminio); lo
studio di alcune opere di finitura da
generalizzare per l'intero quartiere
in modo da poter realizzare delle
economie sulle forniture; la
previsione di alcuni elementi
prefabbricati (scala, elementi in
cemento granigliato prefabbricato per
tutte le finiture e opere di
completamento esterno); lo studio del
progetto in funzione della
organizzazione del cantiere.
Archivio del progetto
Archivio "Marcello Vittorini"
(1927-2011), dipartimento di
Architettura e Urbanistica, facoltà
di Ingegneria, università
dell'Aquila. Contiene: copie
e foto b/n degli elaborati grafici
del progetto; foto b/n del cantiere;
relazione sistemazione urbanistica;
articoli su riviste.
Bibliografia
Bologna: quartiere di
via Cavedone in «Architettura
cantiere», 1958, 15.
Quartiere Ina-casa e Incis di via
Cavedone a Bologna in
«Casabella» n. 267, 1962.
V. Quilici, A. Sichenze, Costruttori
di architetture Bologna
1960-1980, Roma, Officina,
1985.
«Rassegna d Architettura e
Urbanistica», 2006, 118/119.
D. Lama, Cemento
Romano, Napoli, Clean,
2010.