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La Biennale di Venezia: Architettura per le mostre / Architettura in mostra

 
 Concorso per il Palazzo del cinema al Lido di Venezia, Biennale Venezia 1988.

Concorso per il Palazzo del cinema al Lido di Venezia, Biennale Venezia 1988.

 
 

Il palazzo del Cinema al Lido di Venezia
Negli anni Trenta, sotto la presidenza di Giuseppe Volpi conte di Misurata, avviene la trasformazione della Biennale in Ente Autonomo e multidisciplinare con nuovi settori dedicati alla musica, al cinema e al teatro. È il cinema nel 1932 a dare nuovo lustro alla manifestazione e il Lido di Venezia è il teatro eletto per darle una sede rappresentativa. Luigi Quagliata progetta il nuovo Palazzo del Cinema attiguo all'hotel Excelsior costruito da Giovanni Sardi, ed Eugenio Miozzi pianifica con intento unitario la sistemazione dell'area e del Nuovo Casinò estivo, con l'obiettivo ultimo di sviluppare la vocazione turistica del Lido.

Allestimenti per la Biennale
Gli spazi destinati a ospitare le mostre sono occasione continua per ripensare i modi espositivi e creare spazi temporanei. Anche su questo versante molti architetti sono chiamati a intervenire: Carlo Scarpa collabora continuativamente per molti anni con la Biennale realizzando allestimenti memorabili, come ad esempio la mostra su Paul Klee del 1948. Anche Costantino Dardi è consulente della Biennale per gli allestimenti di architettura temporanea e progetta la struttura provvisoria sul Rio dei Giardini per la mostra Arte e Natura del 1982, in cui viene recuperato il rapporto veneziano con il padiglione sull'acqua.

La nascita delle mostre internazionali di architettura
L'Architettura entra a pieno titolo come un'arte da esporre solo a partire dalla metà degli anni Settanta. Vittorio Gregotti è direttore del settore Arti visive dal 1975 e propone numerose mostre a tema tra cui Proposte per il Mulino Stucky e Il razionalismo e l'architettura in Italia durante il fascismo. Per la Prima Mostra Internazionale di Architettura bisognerà attendere il 1980, quando Paolo Portoghesi, nominato primo direttore del Settore Architettura, dà incarico ad Aldo Rossi di progettare "lI Teatro del Mondo" e cura la mostra La presenza del Passato, con l'allestimento della Strada Novissima alle Corderie dell'Arsenale per la prima volta aperte al pubblico. La mostra segna un momento importante del dibattito internazionale sull'architettura, tra crisi del movimento moderno e riconoscimento dell'architettura postmoderna. Venti facciate effimere costituiscono le quinte teatrali che vanno a formare un'immaginaria strada di edifici postmoderni, raggiungendo l'obiettivo del direttore, quello di allestire «un'esposizione con l'architettura e non sull'architettura». La Strada Novissima diventa un simbolo del dibattito sul movimento postmoderno e così gli architetti chiamati a parteciparvi - da Frank O. Gehry a Rem Koolhaas, da Arata Isozaki a Robert Venturi, e poi ancora Franco Purini e Laura Thermes, Costantino Dardi, Ricardo Bofil, Christian de Portzamparc - espongono le proprie poetiche sull'architettura, attingendo liberamente e con disincanto dalla storia. Ne risulta un luogo dell'immaginario che favorisce l'esperienza diretta dello spazio architettonico da parte dei visitatori.

 
 
 Francesco Cellini, Padiglione Italia, Biennale Venezia 1988.

Francesco Cellini, Padiglione Italia, Biennale Venezia 1988.

 
 

Venezia e il Veneto laboratorio di progettazione internazionale
Dalla metà degli anni Ottanta, le mostre di architettura diventano occasione per trasformare la città di Venezia in un laboratorio progettuale. Il carattere antimoderno e al contempo internazionale di Venezia viene posto al centro del progetto. Nel 1985 per la Terza Mostra Internazionale di Architettura Aldo Rossi propone un grande concorso aperto ai professionisti e alle scuole di architettura. Rialto, il museo Guggenheim e il ponte dell'Accademia a Venezia, il Prato della Valle a Padova, i Castelli di Giulietta e Romeo insieme ad altri piccoli centri storici del Veneto, diventano il teatro in cui si cimentano oltre 1.500 architetti noti e meno noti, accanto a studenti cinesi, americani, europei, guidati dai loro docenti.
Nel 1991, l'idea di un grande concorso aperto viene ripresa sotto la direzione di Francesco Dal Co. Il tema, con il titolo Una porta per Venezia, è la riqualificazione del problematico nodo di traffico di Piazzale Roma. La partecipazione di architetti da tutto il mondo con 266 progetti ripropone all'attenzione del pubblico il territorio della città di Venezia come luogo privilegiato di riflessione e di progettazione.

I concorsi per il Padiglione Italia e il Palazzo del cinema al lido di Venezia
È sempre Francesco Dal Co a organizzare altri due concorsi su invito: il primo nel 1988, riservato a 12 architetti italiani, riguarda il nuovo progetto per il Padiglione Italia ai Giardini (oggi Padiglione centrale), ormai inadeguato ad ospitare eventi per il grande pubblico; il secondo, il nuovo Palazzo del Cinema, ormai angusto e tecnicamente obsoleto, cui vengono invitati 12 architetti di fama internazionale. Ognuna delle operazioni si conclude con la proclamazione dei vincitori dei due concorsi - Francesco Cellini e Rafael Moneo – e nella Quinta Mostra Internazionale di Architettura del 1991 vengono raccolti e presentati i risultati di tutti i concorsi.
Ciononostante, nessuno dei progetti viene realizzato e il problema degli spazi in cui si svolge la Mostra rimane aperto fino a un nuovo concorso per il Palazzo del Cinema e la riqualificazione delle aree limitrofe, vinto nel 2005 dal gruppo di architetti italiani 5+1AA & Rudy Ricciotti.