La Biennale di Venezia: Architettura per le mostre / Architettura in mostra
Il palazzo del Cinema al Lido
di Venezia
Negli anni Trenta, sotto la
presidenza di Giuseppe Volpi conte di
Misurata, avviene la trasformazione
della Biennale in Ente Autonomo e
multidisciplinare con nuovi settori
dedicati alla musica, al cinema e al
teatro. È il cinema nel 1932 a dare
nuovo lustro alla manifestazione e il
Lido di Venezia è il teatro eletto
per darle una sede rappresentativa.
Luigi Quagliata progetta il nuovo
Palazzo del Cinema attiguo all'hotel
Excelsior costruito da Giovanni
Sardi, ed Eugenio Miozzi pianifica
con intento unitario la sistemazione
dell'area e del Nuovo Casinò estivo,
con l'obiettivo ultimo di sviluppare
la vocazione turistica del Lido.
Allestimenti per la
Biennale
Gli spazi destinati a
ospitare le mostre sono occasione
continua per ripensare i modi
espositivi e creare spazi temporanei.
Anche su questo versante molti
architetti sono chiamati a
intervenire: Carlo Scarpa collabora
continuativamente per molti anni con
la Biennale realizzando allestimenti
memorabili, come ad esempio la mostra
su Paul Klee del 1948. Anche Costantino
Dardi è consulente della Biennale
per gli allestimenti di architettura
temporanea e progetta la struttura
provvisoria sul Rio dei Giardini per
la mostra Arte e Natura del 1982, in
cui viene recuperato il rapporto
veneziano con il padiglione
sull'acqua.
La nascita delle mostre
internazionali di architettura
L'Architettura entra a pieno
titolo come un'arte da esporre solo a
partire dalla metà degli anni
Settanta. Vittorio
Gregotti è direttore del
settore Arti visive dal 1975 e
propone numerose mostre a tema tra
cui Proposte per il Mulino
Stucky e Il razionalismo e
l'architettura in Italia durante il
fascismo. Per la Prima Mostra
Internazionale di Architettura
bisognerà attendere il 1980, quando
Paolo Portoghesi, nominato primo
direttore del Settore Architettura,
dà incarico ad Aldo
Rossi di progettare "lI Teatro
del Mondo" e cura la mostra La
presenza del Passato, con
l'allestimento della Strada Novissima
alle Corderie dell'Arsenale per la
prima volta aperte al pubblico. La
mostra segna un momento importante
del dibattito internazionale
sull'architettura, tra crisi del
movimento moderno e riconoscimento
dell'architettura postmoderna. Venti
facciate effimere costituiscono le
quinte teatrali che vanno a formare
un'immaginaria strada di edifici
postmoderni, raggiungendo l'obiettivo
del direttore, quello di allestire
«un'esposizione con l'architettura e
non sull'architettura». La Strada
Novissima diventa un simbolo del
dibattito sul movimento postmoderno e
così gli architetti chiamati a
parteciparvi - da Frank O. Gehry a
Rem Koolhaas, da Arata Isozaki a
Robert Venturi, e poi ancora Franco
Purini e Laura Thermes, Costantino
Dardi, Ricardo Bofil, Christian de
Portzamparc - espongono le proprie
poetiche sull'architettura,
attingendo liberamente e con
disincanto dalla storia. Ne risulta
un luogo dell'immaginario che
favorisce l'esperienza diretta dello
spazio architettonico da parte dei
visitatori.
Venezia e il Veneto
laboratorio di progettazione
internazionale
Dalla metà degli anni
Ottanta, le mostre di architettura
diventano occasione per trasformare
la città di Venezia in un laboratorio
progettuale. Il carattere antimoderno
e al contempo internazionale di
Venezia viene posto al centro del
progetto. Nel 1985 per la Terza
Mostra Internazionale di Architettura
Aldo Rossi propone un grande concorso
aperto ai professionisti e alle
scuole di architettura. Rialto, il
museo Guggenheim e il ponte
dell'Accademia a Venezia, il Prato
della Valle a Padova, i Castelli di
Giulietta e Romeo insieme ad altri
piccoli centri storici del Veneto,
diventano il teatro in cui si
cimentano oltre 1.500 architetti noti
e meno noti, accanto a studenti
cinesi, americani, europei, guidati
dai loro docenti.
Nel 1991, l'idea di un grande
concorso aperto viene ripresa sotto
la direzione di Francesco Dal Co. Il
tema, con il titolo Una porta per
Venezia, è la riqualificazione del
problematico nodo di traffico di
Piazzale Roma. La partecipazione di
architetti da tutto il mondo con 266
progetti ripropone all'attenzione del
pubblico il territorio della città di
Venezia come luogo privilegiato di
riflessione e di progettazione.
I concorsi per il Padiglione
Italia e il Palazzo del cinema al
lido di Venezia
È sempre Francesco Dal Co a
organizzare altri due concorsi su
invito: il primo nel 1988, riservato
a 12 architetti italiani, riguarda il
nuovo progetto per il Padiglione
Italia ai Giardini (oggi Padiglione
centrale), ormai inadeguato ad
ospitare eventi per il grande
pubblico; il secondo, il nuovo
Palazzo del Cinema, ormai angusto e
tecnicamente obsoleto, cui vengono
invitati 12 architetti di fama
internazionale. Ognuna delle
operazioni si conclude con la
proclamazione dei vincitori dei due
concorsi - Francesco Cellini e Rafael
Moneo – e nella Quinta Mostra
Internazionale di Architettura del
1991 vengono raccolti e presentati i
risultati di tutti i concorsi.
Ciononostante, nessuno dei progetti
viene realizzato e il problema degli
spazi in cui si svolge la Mostra
rimane aperto fino a un nuovo
concorso per il Palazzo del Cinema e
la riqualificazione delle aree
limitrofe, vinto nel 2005 dal gruppo
di architetti italiani 5+1AA &
Rudy Ricciotti.